Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica
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hdl:2099/16396
Tipus de documentText en actes de congrés
Data publicació2014-09
EditorUniversità degli Studi Roma Tre
Centre de Política de Sòl i Valoracions
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Abstract
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e
elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa
diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo
sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e
degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati
dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista
dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la
visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima
espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana
e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di
problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze
poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo
è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto
progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione
architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di
componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti
architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste
due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli
“abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on
the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become
the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a
neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen,
through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and
isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp
contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign
design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The
first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of
collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered
to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban
experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two
intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the
cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their
peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
CitacióOttaviani, Dorotea. Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica. A: International Conference Virtual City and Territory. "9° Congresso Città e Territorio Virtuale, Roma, 2, 3 e 4 ottobre 2013". Roma: Università degli Studi Roma Tre, 2014, p. 976-983.
ISBN978-88-97524-15-1
Fitxers | Descripció | Mida | Format | Visualitza |
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0976_0983 PAIS CAMBIO CONT VIDA.pdf | 117,6Kb | Visualitza/Obre |